Ad essere un autistico non verbale, c’è una cosa di voi non autistici che non si riesce proprio a capire. Quando ci incontrate, diventate profondamente tristi, direi proprio addolorati, perché noi autistici nella vita non potremo mai essere felici.
Lasciatevi dire che questa è una gigantesca sciagura immaginaria.
Mi fa piacere vedervi così addolorati per me, capisco che questo è affetto per me, ma io da autistico vivo benissimo ed a volte sono felice ed a volte no, esattamente come voi.
Il mio bellissimo lettone
La mia felicità è che dormo in un grande letto comodissimo, al centro di una stanza confortevole e quando mi sveglio mangio le cose buone di una dolce colazione. Poi secondo i giorni della settimana, faccio sport con Alfredo, studio percussioni con Valter, scrivo articoli per Repubblica e mille altre cose importanti e piacevoli, spesso cose sia importanti che piacevoli.
La fortuna di non dover sempre parlare
Dato che sono molto poco abile a parlare, le persone mi parlano pochissimo e questa è una santa fortuna perché spento il perenne ciarpame ciarliero della vostra società, con le persone posso fare cose belle insieme in un fantastico silenzio condiviso, modalità per me adorabile.
Se voi siete addolorati perché io sono autistico mentre io sono contento di vivere autistico, pur con qualche difficoltà che nella vita non può mancare, un motivo c’è ma temo non sia proprio nobile.
Temo sia che considerate il vostro modo di essere persone come l’unico giusto ed aperto ad una felicità possibile e quindi siccome io sono radicalmente diverso, ossia autistico, allora ne desumete che necessariamente sarò infelice.
L’infelicità della normalità
Ora provo anche io a ragionare come voi: essere normale deve essere terribile perché tanti normali sono tristi, spenti o oppressi. Si caricano da soli di sogni che diventano aspettative verso la realtà e quindi assicurazioni di infelicità.
Dove sta la verità? Secondo me è che la normalità non esiste che siamo tutti diversamente abili per qualcosa e ciascuno punta ad un diversamente felice che è solo suo.
Io autistico non me la cavo troppo male e spero neanche voi. Se utile, posso darvi una mano.
La mia ricetta di vita è tanti desideri ma aspettative zero. Vivere in una basicità radicale fino al limite incomprimibile della dimensione biologica come ad esempio essere felice della doccia o della cena. Pretendere dalla vita molto meno di ciò che si ha già, in modo che tutto il di più scateni stupore, gratitudine e quindi gioia.
Non esiste nessuna felicità da raggiungere perché si nasce già felici.
La felicità però va difesa perché è enormemente fragile.
di FEDERICO DE ROSA fonte: https://www.repubblica.it/salute/2022/11/24/news/autismo_felicita-375502271/